Eutanasia a comando

7-11-16 Cinzia-Sembra impossibile rivolgersi al veterinario per chiedere la soppressione di animali sani perché “ci danno fasitidio”. Ci sembra non solo impossibile, ma incredibile che questo possa realmente accadere, eppure succede.    Ogni veterinario, molto probabilmente almeno una volta (speriamo solo una) nella sua vita professionale si è sentito chiedere di effettuare un eutanasia per togliere di mezzo un animale che era diventato un problema. Il richiedente di solito esprime varie scuse, forse nemmeno vere, tra gatti che graffiano, che rovinano il divano, cani che abbaiano, parenti diventati improvvisamente allergici al pelo… non basterebbe un’enciclopedia per elencare tutte le scuse per le quali gli animali, secondo loro, andrebbero soppressi.   Chi si rivolge al veterinario per  questo genere di soluzione pensa di esserne prima di tutto legittimato nel chiederlo: tanto prima o poi dovrà morire, tanto vale provvedere in modo indolore, basta pagare.   E invece no, i soldi non comprano così tutto, non è facile (per fortuna) trovare veterinari compiacenti, e il rischio di una denuncia, sebbene la legislatura come sempre sia vaga, poco chiara e sicuramente mai applicata, c’è sempre.   A questo proposito per i veterinari si tratta di un argomento tabù, nessuno ne parla e alla richiesta si cambia discorso. Fino a quando un simpatico veterinario che opera a Milano, il dott. Alessio Giordana, ha sfondato il muro di omertà che aleggia su questa tematica affiggendo un cartello nel suo ambulatorio, dove è scritto che il professionista si rifiuta di praticare eutanasie senza motivo e a pagamento; il veterinario, ormai stufo e amareggiato, ha spiegato la motivazione di questo gesto, dovuto al preoccupante aumento e alla costante richiesta di uccidere un’animale sano e senza motivo.    Il dott. Giordana parla di queste esperienze e delle richieste terribili che ha dovuto sentire, “non sono un assassino” dice “un animale è un compagno di vita, non una proprietà, e l’eutanasia deve essere praticata solo esclusivamente dove vi sono quelle condizioni cliniche irreversibili sotto il giudizio insindacabile del veterinario”; condivido la ribellione di questo veterinario che non può tollerare che la sua professione, quella di curare gli animali, venga offesa con questo tipo di richieste.   L’eutanasia “a comando” è in aumento, e non va assolutamente bene, e gli sforzi di spiegare e di educare paiono non servire.   Mi chiedo però perchè adottare un’animale, qualunque esso sia, se non siamo in grado di garantirgli un futuro, anche solo di affetto: facciamoci un’analisi e chiediamoci se lo vogliamo veramente o se non è una mancanza del momento, un vuoto esistenziale, un riempitivo per un lutto sentimentale, o per solitudine; in questi casi lasciamo stare, e soprattutto impariamo anche a ribellarci a quei famigliari che dicono di volerci bene quando ci chiedono di eliminare dalla nostra vita gli animali di casa… non c’è madre, padre, marito, moglie o figlio che giustifichino una cosa del genere… non accettate, lottate per il vostro animale, ne uscirete più forti.  

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