19-5-2016 Cinzia-Dopo avervi parlato di pulizie e di messa in sicurezza della casa con “furetti a due zampe” in giro, eccomi a parlarvi dei bambini piccoli e del gioco con i nostri furetti.
Premetto che a mio parere nessun animale è adatto a stare solo con dei bambini piccoli: lasciando perdere le notizie di cronaca sulle aggressioni dalle conseguenze più estreme, anche se in casa abbiamo degli animali che sono più simili ad un marshamallow che ad una bestia impazzita, gli incidenti capitano, o per la curiosità dell’uno verso l’altro o per l’energia e la delicatezza non misurate, sia da parte dell’animale che del bambino.
Per cui MAI BAMBINI PICCOLI E ANIMALI DA SOLI.
Ma questo non significa che non debbano mai vedersi fino al compimento della maggiore età del bambino, tutt’altro! Avere animali in casa è una grande opportunità per un bambino di qualsiasi età, basta sapersi dosare nel farli interagire tra loro, rispettando anche la naturale crescita del piccolo di casa.
A parte che oramai è stato sufficientemente dimostrato che i bambini che convivono con animali hanno meno probabilità di sviluppare allergie durante la crescita, e considerando che è raro che il pelo dei furetti crei allergie, vivere con uno o più animali domestici in casa è di grande stimolo per la crescita emotiva del bambino. Io faccio parte di quella categoria di chi è nato e cresciuto con almeno un animale attorno, dal gatto alla cavia peruviana, fino ai cani in età più matura e ai merli indiani, quasi sempre abbandonati e accolti in casa, per cui non posso che essere convinta che sia un’esperienza da non negare ai propri figli, ai quali, oltre che dare sostentamento, cure e via così, bisognerebbe anche tramandare quei valori e insegnamenti di cui da genitori siamo portavoce nel nostro quotidiano.
Amare un’animale, prendersene cura, giocarci, ma anche – purtroppo – stargli accanto durante una malattia e dirgli addio, sono insegnamenti che difficilmente si apprendono dai libri di scuola o dalle parole della maestra: è un rapporto da vivere.
Mio figlio ha avuto i primi contatti veri con i miei furetti credo al terzo mese, quando presi il mio furetto più coccolone e dolce e gli feci annusare il fagottino nella culla: oramai al suo odore erano abituati, per cui non mi aspettavo reazioni forti e impulsive. Vi consiglio di non farlo avvicinare alle dita di piedi e mani ma alla testa, non possono acchiapparla e ha un odore di neonato molto più intenso. Ovviamente assolutamente vietato avvicinarlo alle orecchie o peggio alla faccia, fateglielo solo vedere. Poi, se il primo contatto è positivo, potete far scorrere il pelo del furetto sotto la mano del bambino, con dolcezza e ricordandovi di pulirla subito dopo (i bimbi se le mettono sempre in bocca, per cui…). E’ molto importante che anche il bambino si abitui all’odore del furetto, intero o no.
Poi procedete con tutti gli altri pelosi della casa, valutate voi che conoscete meglio di chiunque altro il carattere dei vostri furetti sempre considerando che quelli interi possono essere più imprevedibili e nervosi, e se avvertite gelosia da parte di qualche furetto potete fare come me e seguire i consigli di Sabina. La cosa più importante è non credere che primi approcci positivi con leccatine siano sinonimo di “è fatta”: armatevi di pazienza e non fatevi scoraggiare da insuccessi o contatti inappropriati, piuttosto rimandate a momenti di calma altre prove e procedete per gradi.
Ora che mio figlio ha 21 mesi, la mattina mentre faccio le pulizie lui può giocare con i furetti sotto il mio controllo, perché i miei sono particolarmente attivi la mattina e vogliono giocare con il plaid del divano agitato come la cappa del torero, o amano essere lanciati sul divano vedendosi arrivare i cuscini addosso. Nicola ride come un matto e cerca di farlo anche lui, e i furetti lo seguono; un altro gioco che amano fare insieme è rincorrere la palla che gli lancia Nicola, una di quelle piccole e non troppo rimbalzose (scelta per non distruggere casa), o semplicemente seguirlo e giocare con lui con le costruzioni. Attenzione a giochi che si lanciano o si maneggiano come spade: diventano immediatamente bastoni.
Quando poi apro la porticina della loro veranda per farli stare con noi Nicola è lì, che mi segue e va a vedere dove sono, incuriosito dalla loro cameretta (a volte pure troppo, quindi occhio alla lettiera e alla ciotola dell’acqua!!), e quando li chiamo per fargli fare pappa e chiuderli lui è sempre dietro di me, che li chiama con qualcosa di simile ad una ciotola vuota in mano. Questo lo fa da quando ha iniziato a camminare, verso i 13 mesi, e per me vederlo così incuriosito e felice quando li vede è una vera soddisfazione. Si litigano anche la poltroncina imbottita a misura di bimbo, e qui sono molto ligia a sgridare Nicola che se vede un furetto lì sdraiato cerca di toglierlo prendendogli la coda o sedendosi vicino o, peggio, sopra, per fortuna lo fa piano piano.
Certo, gli attacchi da sotto il divano o dietro i mobili per fregargli le calze che ha ancora indosso o aspettare che si chini verso di loro per prendergli l’agognato ciuccio sono quelle cose che ti fanno sobbalzare perché il più delle volte il graffio e il morsetto ci scappa anche se involontario, e Nicola è ancora un po’ delicato e gli fa male: ma gli passa subito, e sono più io che mi sento in colpa per non essere stata abbastanza sul chi vive e spero sempre che questo non lo spaventi e non lo porti a non volerci avere più a che fare… ma mi sento di dirvi che i bambini hanno una grande capacità di recupero, e che imparano anche dalle vostre reazioni, quindi se vi gettate spaventati a morte verso di lui perché si è solo graffiato, crescerà credendola una reazione normale.
Stessa cosa se lo fanno le altre persone che vi aiutano con il bambino non molto pratiche di vita con gli animali.
Io vedo che nonostante i piccoli incidenti, che per quanto sarete attenti possono capitare, mio figlio quando vede animali si illumina, è incuriosito e li vuole sempre abbracciare, anche se sono più alti di lui e gli leccano la faccia (con il cane di amici ad esempio, che gli ha simpaticamente leccato ogni centimetro del viso). Non so a voi, ma a me fa ben sperare…