11-1-2016 Cinzia- La risposata è sì: nella maggior parte dei casi i furetti sono animali che si creano delle abitudini che conserveranno per tutta la loro vita; non si tratta però di solo ed esclusivo autocompiacimento, anche se istintivo, dietro c’è un “progetto”. I miei furetti vivono liberi in casa ed ogni giorno ripetono le stesse azioni, le quali sono volte a raggiungere un obiettivo. Per esempio, dalle 7.00 alle 8.00 di mattina di solito ci si sveglia per incominciare la giornata: ebbene non c’è mattina che il mio Tibor non effettui un’operazione per farmi alzare dal letto facendo rumore, giocando con degli oggetti per attirare la mia attenzione, così io mi sveglio, mi alzo per sottrargli il gioco rumoroso e dargli da mangiare; ma l’intento non è solo il cibo, ma anche uscire sul balcone, farsi una bella corsa, giocare con gli altri furetti, e dopo mangiare… poi finalmente andare a dormire, non necessariamente insieme, e spesso ognuno si addormenta in una cuccia diversa. Questo suo fare si ripete puntualmente alla stessa ora, 2 volte al giorno, mattino e sera, all’alba e al crepuscolo. Ciò che è interessante è che non è sempre stato così: Tibor e Suni, i più piccoli, saltano sul nostro letto con l’intento di svegliarci, con una “grattatina” alla schiena, un morsettino al piede, che non ottengono l’effetto desiderato, mentre il “fare rumore” con degli oggetti… beh, quello sì, e Tibor lo ha capito perfettamente, e lo ripete puntuale come un “orologio svizzero”. Un’altro episodio che mi ha fatto pensare, ha riguardato altri miei furetti, che mi dimostravano di essere in grado di prevedere l’arrivo dal lavoro di mio marito piazzandosi quindici o venti minuti prima davanti alla porta ad aspettare il babbo; mi sorprendeva perchè non esisteva un orario fisso, e non avendo loro qualche potere medianico, non mi davo una spiegazione. Poi ho capito: in realtà era molto più semplice del previsto e non ci pensavo proprio, ma ad ogni rientro a casa mio marito mi avvisa con una telefonata 20 o 30 minuti prima, e ciò che influenzava i furetti era proprio il suono che si collegava poco dopo all’apparizione del “papà”. Questo vuol dire che i furetti sono come i cani, e penso anche i gatti, sono presenti nella vita di casa, e anche se paiono presi dalle loro dormite o inattività rilassanti in realtà seguono l’andamento della famiglia. Mio marito sostiene che i nostri furetti non riescono a distinguerci e che uno di noi per loro valga l’altro, in quanto non percepisce dei segnali evidenti di affetto o attaccamento. Io non sono d’accordo e infatti gli dimostrai che non è proprio così… qualunque animale riconosce chi si occupa direttamente della soddisfazione dei loro bisogni primari, cibo, pulizia dell’ambiente, gioco, cura e anche la visita dal veterinario, però anche in questo scelgono, per esempio, di occupare il mio posto nel letto quando non ci sono, o di chiamare quasi sempre lui per giocare, ritengo quindi che abbiano comportamenti diversi a seconda di chi interagisce con loro, e l’interesse e la curiosità cadono verso chi in casa c’è di meno. I furetti non fanno le feste come un cane, ma ci fanno capire quanto siamo importanti per loro e lo manifestano introducendosi nelle valige in previsione della vacanza, o infilandosi direttamente nel trasportino-gabbia usato per il viaggio: riconoscono per qualche strana ragione un cambiamento, anche solo dai bagagli pronti lasciati in corridoio. Come i cani e gatti, i furetti stanno benissimo in casa, ma insieme a noi: la nostra presenza li rassicura garantendogli la serenità che li fa sentire sicuri, ogni piccolo cambiamento, modifca nei comportamenti provocano un allarme, un’attenzione particolare. Sicuramente l’etologia sa dare una risposta a tutte le cose, ma è interessante la relazione che giorno dopo giorno si stabilisce tra essere umano e animale, che è così gratificante che talvolta non si ha bisogno di nient’altro.