L’importanza dell’autopsia

6.2.17 Cinzia-Davanti a questa neve di febbraio, i nostri furetti futuri riproduttori cominciano ad innervosirsi, soprattutto i maschi: le giornate si stanno allungando, la temperatura è in lieve aumento, e i nostri maschi cominciano ad essere insistenti con le “ragazze”, che non sono ancora pronte per l’accoppiamento.

Tutto questo rientra nella normalità: gli allevatori hanno già predisposto il piano cucciolate, e la maggior parte di noi è felice di riavere quei gamberetti pigolanti.

I furettini di ultima generazione sono sempre più belli, e ormai gli allevatori sanno come migliorare la linea di sangue, studiando in profondità le linee dei riproduttori.

Questa è una tematica che ci sta molto a cuore, e abbiamo scritto molto sull’argomento.  Per poter veramente escludere patologie trasmissibili, è importante effettuare sui riproduttori e discendenze esami autoptici post-mortem, perché solo questa indagine fornisce risposte sicure attraverso diagnosi sicura.

Di solito il veterinario per essere sicuro fa effettuare un’istopatologia attraverso laboratori specializzati: mi rendo conto che non è piacevole e che potrebbe sembrare un passo superfluo, ma serve avere risposte validare scientificamente e non ipotesi presunte, basate su indizi e sintomi. La causa di morte va sempre accertata, anche perché esistono patologie geneticamente trasmissibili che non possono essere scoperte in vita.

Con le persone è spesso complicato, con gli animali molto di più…

Sebbene possa apparire come un esborso, è in realtà un atto tra i più corretti per tenere sotto controllo le linee di sangue, e per selezionare nuovi riproduttori.

Le genealogie sono ovviamente un fondamentale punto di partenza: evitare le consanguineità è un dovere, e se non se ne è in possesso è meglio evitare, anche se i due soggetti sono di provenienze opposte potrebbero avere parenti in comune, ma anche le cause di morte lo sono altrettanto.

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