17-8-2015 Dopo anni consecutivi di attività senza sosta pro-legalizzazione del furetto in California, effettuata da gruppi provenienti dall’associazione legalizeferrets.org, in California si accende la speranza che il furetto esca dal tunnel dell’illegalità.
Il segretario di Stato Alex Padilla ha annunciato il via libera alla raccolta di firme a favore dell’iniziativa di legalizzazione del furetto in California da presentare nel 2016, anno in cui vi sarà la discussione sulla riconsiderazione dello status dell’animale, illegale in questo territorio dal 1933. Nel 2004 ci fu un tentativo di progetto di legge che il governo Schwarzenegger rifiutò.
Da qui alla vera e propria legalizzazione ne dovrà comunque passare di “acqua sotto i ponti”, sebbene questa notizia sia significativa e premi l’impegno di un’associazione costituita da persone meritevoli ed in gamba che unite contro lo stesso nemico sono riuscite, mantenendosi compatte, a tagliare un traguardo inarrivabile considerando il calibro dell’avversario.
Adesso il popolo pro-furetti starà con il fiato sospeso in attesa degli sviluppi di questa iniziativa: se passerà il progetto di legalizzazione sarà una conquista i cui benefici cadranno sul furetto in generale e si potrà ben sperare che venga preso come esempio là dove il furetto non è considerato domestico o inspiegabilmente è ancora vietato.
La legalizzazione del furetto non sarà comunque completamente indolore, ci sarà da patteggiare una serie di garanzie richieste dal governo per la protezione del territorio e fauna selvatica.
La proposta è che i furetti dopo i sei mesi di età ricevano la profilassi vaccinale contro la rabbia e quelli venduti nei negozi siano sterilizzati, ma i dettagli di questa operazione comunque non sono ancora chiari e probabilmente saranno soggetti a chissà quanti e quali cambiamenti; pare che vi sarà il divieto di allevamento in forma privata, e questa non è una buona notizia se l’alternativa è il negozio, sperando che la normativa includa almeno l’ingresso di furetti allevati in altri Stati.
Il prezzo da pagare sarà comunque abbastanza alto: per la vaccinazione contro la rabbia, obbligatoria, siamo infatti a conoscenza di quanto questa profilassi sia inutile e non necessaria se non per un fatto burocratico, e non vorrei che ci sia dietro una qualsivoglia forma di favorire le aziende che praticano l’allevamento intensivo.
Queste “precauzioni” mi fanno tornare indietro nel tempo: rileggendo gli errori commessi in passato, come le sterilizzazioni precoci, sarà comunque meglio che niente, bisogna credere nel futuro a tutti i costi e se non c’è limite al peggio non c’è limite al miglioramento.