31-10-16 Cinzia- Come allevatore spesso gioisco per le nascite, anche se non sempre va tutto bene quando nascono i piccoli perché qualcuno non ce la fa… però quelli che sopravvivono, che si attaccano alla mamma e iniziano a crescere ci riempiono il cuore di amore, e la gioia continua attraverso le famiglie che li accolgono, li crescono e gli vogliono bene. Purtroppo però a volte qualcosa va storto e magari giunge una notizia inaspettata di quelle che non vorresti sentire mai, che uno di questi piccoli non c’è più. E’ una strana sensazione: quando mi succede, anche se i furetti in questione hanno raggiunto un’età matura e quindi un po’ ce lo si aspetta, è sempre una forte sofferenza, è come se qualcosa di me morisse con loro. E non c’è niente da fare, è così. E’ come fossero nostri per sempre, si vorrebbe che i piccoletti vivessero in eterno, ma sappiamo che non succede. Poi passa… per fortuna si convive con il dolore e si va avanti, perchè è la legge della vita. Questo è per provare a spiegare che essere un allevatore serio non vuol dire mettere al mondo animali e darli via al miglior offerente, non vuol dire speculare su un’animale per profitto, non vuol dire pensare che un piccolo valga un altro, li amiamo tutti e vogliamo saperli felici e in salute e siamo i primi ad accorrere ed essere di supporto ai proprietari non lasciandoli soli con i loro dolore. Purtroppo questo mondo è farcito di cattiveria e c’è una tendenza a criminalizzare, si pensa spesso male degli allevatori in generale proprio perchè confusi con altre categorie di commercio che propongono allevamenti intensivi che non hanno nulla in comune con chi invece si prende cura degli animali che mette al mondo e che mai darebbe via se non in buone mani.