La dott. ssa Serena Sola ci presenta un articolo su una delle patologie del furetto.

Il Linfoma, o linfosarcoma, è la neoplasia maligna più diffusa nel furetto, e dopo l’insulinoma e le neoplasie delle ghiandole surrenali è la terza neoplasia più frequente in generale. Si tratta di una patologia che colpisce il sistema immunitario, caratterizzata da una proliferazione incontrollata di alcuni elementi della serie bianca (i linfociti) che vanno ad infiltrare diversi organi e tessuti. Dal punto di vista clinico il linfoma può presentarsi sotto diverse forme che ne rendono difficile diagnosi, prognosi e terapia; eventuali complicazioni possono essere date dalla contemporanea presenza di altre neoplasie o patologie. Nel furetto possono essere riscontrate tutte le varietà di linfomi: non Hodgkin’s (NHL) di tipo B e T, linfomi di Hodgkin e una rara forma leucemica. Anche nel furetto, come nel cane e nel gatto, si possono distinguere una forma linfocitica (che interessa soprattutto animali di età superiore ai 3 anni) ed una forma linfoblastica (che interessa soprattutto animali di età inferiore ai 3 anni).
Il linfoma può essere classificato in base al distretto interessato e possiamo avere un linfoma
- Multicentrico: caratteristico dei furetti con più di tre anni d’età. I segni clinici possono essere cronici e non visibili e il suo rinvenimento può essere casuale durante un iter diagnostico per escludere altre patologie. Spesso la forma iniziale consiste in un aumento di volume dei linfonodi, detta linfoadenomegalia. In seguito le cellule neoplastiche infiltrano anche gli organi interni. I sintomi dipendono dagli organi che sono coinvolti principalmente e possono essere: diminuzione di appetito e quindi perdita di peso, abbattimento, difficoltà respiratoria, diarrea, ittero.

2. Mediastinico: il linfoma mediastinico è più frequente nei furetti giovani, al di sotto di un anno di età; solitamente questi animali vengono portati in visita con un quadro respiratorio ad insorgenza acuta. I soggetti con linfoma mediastinico presentano una sintomatologia respiratoria caratterizzata da tosse e dispnea per aumento delle dimensioni dei linfonodi in torace. Spesso è presente anche versamento (accumulo di liquido in cavità toracica).

- Gastroenterico: La forma intestinale è ovviamente caratterizzata da una grave forma enterica ingravescente con scadimento progressivo delle condizioni generali.
- Cutaneo: si tratta di una forma di linfoma che colpisce la pelle, che si infiltra di cellule neoplastiche. Si manifesta con diversi tipi di lesioni: perdita di pelo con ispessimento della pelle che appare lucida, o comparsa di noduli, ulcere ed escoriazioni.
- Extra nodale: Il linfoma extranodale è una forma di linfoma che coinvolge i linfociti del tessuto linfoide associato alla mucosa (MALT), più frequentemente nello stomaco, ma anche nel polmone e virtualmente tutte le mucose (perché contengono MALT). Il tumore origina dai linfociti B della zona marginale. Sono tumori lenti e solitamente indolenti.
- Forme più rare possono interessare il sistema nervoso centrale e il sistema scheletrico.
Eziologia
Molti casi di linfoma sono stati segnalati in animali conviventi, il che farebbe ipotizzare che alcune forme neoplastiche siano virus-indotte; a tutt’oggi, però, questa è (e rimane) solo un’ipotesi, poiché nessuna forma infettante è stata isolata.
Stadiazione
Per la stadiazione nel furetto si fa riferimento alla classificazione utilizzata per il linfoma canino:
– stadio I => interessamento di un unico linfonodo
– stadio II => interessamento di 2 o più linfonodi sullo stesso piano rispetto al diaframma
– stadio III => interessamento di 2 o più linfonodi su 2 piani rispetto al diaframma
– stadio IV => stadi da I a III + interessamento di milza e/o fegato
– stadio V => stadi da I a IV + coinvolgimento del midollo osseo
– sottostadio (da I a V) => presenza/assenza di malattia sistemica
La stadiazione è fondamentale per la prognosi e per decidere il protocollo chemioterapico più opportuno.
Diagnosi
Il primo approccio diagnostico si basa sull’esame ematobiochimico; questo permette di individuare la presenza di altre patologie concomitanti, di valutare la funzionalità organica anche in visione di un protocollo chemioterapico e di effettuare una stadiazione.

Radiografie ed ecografie sono fondamentali per indagare i vari distretti e per effettuare aghi aspirati e biopsie ecoguidati. La TAC rimane il mezzo d’elezione per la stadiazione della neoplasia.

Nei linfomi con localizzazione gastroenterica possono essere impiegate tecniche endoscopiche per la raccolta di campioni bioptici.
La citologia e l’istopatologia sono fondamentali per confermare il sospetto diagnostico; spesso la sola citologia permette già di emettere una diagnosi anche se un esame bioptico, soprattutto a fronte della facilità con cui possono essere asportati alcuni linfonodi (come, ad esempio, quelli poplitei), aiuta a fare una diagnosi definitiva.
Terapia
La terapia antitumorale mira a prolungare la sopravvivenza dell’animale nelle migliori condizioni possibili; il successo con il quale viene messa in pratica è decretato da diversi fattori quali lo stadio evolutivo della malattia, la presenza di altre patologie/sindromi paraneoplastiche e la disponibilità alla cura da parte dei proprietari.
Una volta intrapresa la terapia occorre monitorare costantemente l’animale (almeno dal punto di vista ematobiochimico).
I protocolli antitumorali adottati per il furetto fanno riferimento a quelli impiegati nel cane e nel gatto combinando tra di loro diverse molecole; questo permette di avere risultati migliori rispetto a quelli ottenuti dall’impiego di un singolo farmaco.
L’impiego della radioterapia come alternativa all’uso di farmaci è particolarmente utile nei linfomi con localizzazione toracica; in queste forme, infatti, la chirurgia presenta difficoltà maggiori rispetto a quelle con localizzazione addominale.
Quando è possibile, e quando non sono coinvolti altri distretti, la terapia d’elezione prevede l’exeresi totale/parziale dell’organo colpito; la terapia chirurgica può essere associata a radio/chemioterapia.
Affidatevi sempre al vostro veterinario per la scelta del protocollo più adatto al vostro animale.